D - ONE Italian Dinghy

Il primo blog in italiano dedicato al D-ONE



domenica 18 aprile 2010

Quinta uscita - cinque D-One in acqua a Bracciano

Grandi soddisfazioni oggi in acqua, innanzi tutto perchè in acqua eravamo ben 5 D-One.
Veramente un bel numero se si pensa che questa barca è entrata in produzione solo la scorsa estate e vederne 5 tutti insieme nelle acque antistanti il mio circolo non è una cosa da poco.
abbiamo avuto anche la possibilità di girare intorno alle boe degli optimist del mio circolo (in realtà ci giravano oltre a noi e a loro anche gli snipe, i laser e i windsurf giovanili, insomma il campo era molto affollato e soprattutto corto se si pensa a chi era inizialmente rivolto) ciononostante ne è venuto fuori proprio un bell'allenamento (oggi sono stato fuori in acqua quasi 4 ore).

Ovviamente un D-One alle prime armi senza nessuno che te lo spiega non è facile, infatti si vedevano scuffie e distacchi abissali (ma c'era chi usciva in barca la prima volta).
Tra di loro chi andava bene erano Andrea Gancia, buone manovre, velocità e buona tattica.
C'era poi un'altro ragazzo con il gennaker blu che andava ma che scuffiava ad ogni strambata (proprio come me i primi 2 giorni) ma già sulla buona strada per portarla al meglio. Una volta superata l'emapsse delle manovre è fatta, il D-one ti è entrato nelle vene! e lui c'è vicino! la barca non è così difficile basta essere determinati e pronti a mettersi in discussione (le scuffie all'inizio possono essere tante).

Anch'io ho iniziato con una bella scuffia, appena uscito sotto gennaker, la strambata non è facile. A freddo ho sbagliato la manovra zappando con il timone.
L'ideale, è cercare di immaginare di eseguire un semicerchio, molto dolcemente ed evitando di zappare.
Zappare significa sicuramente andare in straorza e con un genny di 15mq si va subito giù...
Ripeto, l'errore di chi viene dalle barche classiche è di portarsi al sicuro orzando, ma su uno skiff vuol dire l'esatto opposto, orzare significa esporsi al pericolo.
Non a caso quando la velocità al lasco cala, per far ripartire il gioco del vento apparente occorre orzare, e sul D-One non c'è niente di più facile si orza un pochettino cazzando il gennaker (con poco vento sempre ad orecchio) piedi sotto le cinghie, randa al centro leggermente lascata e la barca subito riparte.

Di bolina invece non ho parole, raramente mi è capitato di portare una barca così gestibile, in confronto sul 4000 con una randa di un metro più piccola ti fai il doppio del culo - merito sicutaramente dell'efficente carrello randa unito all'albero alare senza sartie ( in carbonio). Il tutto permette di avere masimo controllo senza dover continuamente lavorare sulla scotta randa.
La bolina l'ho sempre considerata un pò pallosa e di semplice tarsferimento per andarsi a fare un bel lascone (lo so è una visione da vela da spiaggia, ma innanzi tutto occorre divertirsi!) potente e soprattutto sostenuto da quest'enorme genny. 
Ma qui le cose cambiano, la barca è talmente bella da portare che anche la bolina è un vero piacere (forse è esattamente ciò che esalta un finnista).
Non ho mai fatto una regata sul Laser standard proprio per questo, già è una palla la bolina con una barca così lenta, se poi il lasco non è un lasco ma è una poppa con  la barca tutta sbandata sopra vento (ma che siamo negli anni 30?!)  allora il divertimento dove sta? solo nella competizione? no la barca ti deve anche stupire e darti forti sensazioni anche quando non sei in regata.
Mi domando come si fa ad attirare i giovani con questo tipo di percorsi fatti con questi singoli, fategli fare i laschi, saranno meno tecnici e tattici, ma almeno riscopriranno il piacere di farsi una bella planata.
Oppure venissero sul D-One che qui le planate non mancano!

Comunque ci siamo giovedi si parte (anticipo di un giorno così approfitto per farmi un pò di ferie) e sabato dopo il giorno di regate di prova inizia finalmente la Volvo Cup dei D-One. Scarlino stiamo arrivando!

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